RADICE DI DUE

 

Quando un buon testo e una buona recitazione si accoppiano

 

Commedia fluida, ricca di fioriture umoristiche quella presentata al teatro Trastevere; una perfetta sincronia tra i due attori che hanno proposto due personalità diverse ma paradossalmente uguali, empaticamente unite dall’implicito rifiuto della banalità.

 

 L’arco completo nella vita dei personaggi, dall’infanzia alla maturità, portati in scena dagli attoriLUCA BASILE e VIVIANA COLAIS che  con grande verve dialettica, arricchita da sfumature recitative  hanno saputo creare un accattivante feeling col pubblico dove battute e gags incastonate all’interno della commedia non hanno mai prodotto indesiderati vuoti di scena, ma altresì generato risate ed applausi ripetuti e giustamente meritati. Una  singolare storia di coppia che oltre a farci ridere alla fine teneramente ci commuove.

 

Ottima la regia curata da Marco Zordan,ottimo il testo scritto di Adriano Bennicelli, piacevolissima la scenografia, semplice ma nel contempo otticamente incisiva. Un buon lavoro proposto dal teatro Trastevere,

 

Spettacolo assolutamente da vedere

 

Giacomo Piccoli

 

FEMME LETALE

 

Uno spettacolo di spessore

Uno spettacolo d’indubbio spessore che narra le vicende di quattro protagoniste della cronaca nera,  donne, che in epoche diverse entrano nel Maelstrom della delittuosità per ragioni diverse, ma emblematicamente simili. Le 4 attrici si autorappresentano in monologhi che  aprono una voragine di dolore, di malessere sociale e psicologico, la tragicità delle storie narrate, anche se si differiscono per schemi situazionali le appaiano comunque  nel duplice ruolo di carnefici e vittime dell’interiore disadattamento.

La casistica degli episodi criminosi che avvengono in famiglia è molto ampia per essere citata esaustivamente, la cronaca ci informa che la strada dell’infinita crudeltà non si è mai interrotta, le vittime sono i bambini, le donne, più generalmente gli esseri di qualsiasi specie o sesso. Le motivazioni  apparentemente differiscono, ma sostanzialmente si perpetuano.

Bravissime e camaleontiche le  quattro attrici: Beatrice Picariello, Martina Di Fazio, Susanna Stefanizzi e Laura Monaco,che riescono a entrare nei panni delle protagoniste  con estrema e convincente naturalezza, testimoni della disumanità esistenziale,  vittime di personalità devastate dai ruoli sociali, da rapporti  sadici vessatori, affette da devastanti  sensi di colpa o  di  bipolare esaltazione auto affermativa, comunque  poste nella marginalizzazione dello stigma sociale. Entra in gioco anche la lotta tra i sessi che  viene portata al suo limite estremo, con l’inevitabile  disfatta finale, il crimine come presunta panacea alla vessazione.

Certo, non si tratta di delitti perfetti, come nella letteratura gialla, ma di delitti per “necessità psichica” qui rappresentata come “azione liberatoria” che nel loro insieme andrebbero letti come  accidenti di percorso di vite disgraziate.  Questa  drammaturgia teatrale ben scritta e diretta da Natascia Bonacci  che si è ispirata a fatti realmente accaduti, ha voluto porre l’accento al punto estremo della natura umana,  dove essa si trasforma da liquido a gassosopunto di ebollizione, di rottura, con le convenzioni sociali e legali;  profondo e perfetto ogni passaggio recitativo in un testo non facile da rappresentare. Da vedere

 

Il sogno di Sasaki all’Auditorium Massimo Freccia di Ladispoli

 

Un omaggio alla bambina Sadako Sasaki  colpita dalle radiazioni  della bomba atomica e morta successivamente presso l’ospedale di  Hiroshima,  che realizzò  con la tecnica dell’ ORIGAMI mille Gru, uccello simbolo della vita. La sua speranza non era solo di guarire se stessa ma di salvare il mondo,  un gesto di pace raffigurato nella realizzazione appunto di mille Gru di carta.

 

Tema delicatamente suggestivo che il Mandala Dance Company e l’ottima professionalità di Paola Sorressa curatrice della regia e della coreografia,  ha portato in scena esprimendo un ottimo sviluppo delle dinamiche, evidenziando accuratamente il coinvolgimento emotivo  che deriva dalla delicata storia di Sadako.

 

Questa rappresentazione si distingue per un esecuzione stilistica di tutto rispetto, che propone qualità di percezioni visive e suggestioni musicali perfettamente inserite nel  quadro d’insieme. Il commento sonoro con le musiche originali di Claudio Scozzafava  eseguite al violino dal bravo Corrado Stocchi, valorizzano ulteriormente lo spettacolo. Un plauso a tutta la compagnia di danza anche se ho notato qualche  breve “incertezza” in alcune sequenze sceniche, che comunque nulla tolgono alla qualità  ed all’impegno dimostrato, che nel suo insieme appare abbastanza convincente.

 

Realizzazione a cura dello Spazio Performativo Agorà – Ladispoli, Centro di Arte e Cultura – Città di Ladispoli, Opificio in movimento – Roma e La Scatola dell’Arte – MIBACT, Comune di Ladispoli, RP Consulting, Peace One Day, European Choreographic Organization e Mandala Dance Company. Ufficio Stampa: Concetta Pellegrino

IMPROVVISA…MENTE

 

TEATRO L’AURA ROMA

 

Si deve ridere ma anche pensare, è quasi il motto di questa commedia scritta e diretta da Roberto Lopez, un lavoro teatrale ben congegnato che coinvolge gradatamente il pubblico introducendolo inizialmente all’interno di una vicenda quasi ordinaria di due uomini single alla ricerca di emozioni adolescenziali. Il primo personaggio affetto da dipendenza da social network, dalla quale non riesce a distaccarsi, pena crisi di panico e il secondo, (un ultra cinquantenne) immerso in una totale immaturità comportamentale. L’arrivo della donna attesa, genera, come è classico in questo tipo di commedie, una serie di gags divertenti arricchite da simpatiche battute.

Non manca il colpo di scena, cioè l’arrivo inatteso
della signora “Morte” che introduce un inaspettato

 

discorso sul valore reale delle qualità umane, sul principio esistenziale distaccato dai condizionamenti imposti dall’odierna tecnologia.Una buona commedia, recitata molto bene dai bravi: Simona Mancini, Gabriele Marconi, Armando Puccio e Ilaria Sequino,  che ricorda leggermente  Il senso della vitadei Monty Python anche se Roberto Lopez ha saputo dare un taglio personalissimo, moderno e di buon gusto.

CLAUDIO E STEFANO SCARAMUZZINO

 

al Teatro L’Aura di Roma

 

Situazioni paradosso quelle proposte dai due fratelli (nella vita e nell’arte) CLAUDIO e STEFANO SCARAMUZZINO sul palco del TEATRO L’AURA di Roma alla ricerca d’un intesa che si trasforma di volta in volta in paradossi situazionali, protagonisti assoluti di questa pièce teatrale dal titolo “2 non è Pari”, per la regia di MASSIMO MILAZZO.

 

I fratelli SCARAMUZZINO s’immergono con maestria, da bravi Showman, in una storia  articolata e piacevole; disinvolti  nei contrappunti dialettici-canori, gestiscono abilmente una sceneggiatura che li  vede protagonisti in varie epoche storiche, da Adamo ed Eva fino ad oggi, regalandoci uno spettacolo brioso, divertente leggero quel tanto che serve per coinvolgere il pubblico alleggerendo il peso delle problematiche quotidiane.

 

Le singolari situazioni umoristiche, ben congegnate, sono merito di un testo in “ebollizione” dovuto all’imprevedibile penna di ELIO URBANI

 

Giacomo Piccoli

 

LA FAMIGLIA ESPOSITO UN TESTO DAL SAPORE ANTICO

 

Testo e regia di Vincenzo Longobardi

 

LA FAMIGLIA ESPOSITO propone un dramma corale con una recitazione viscerale, come si usava tanti anni fa, per un testo dal sapore antico,  si avvale di una regia perfetta e di una recitazione da manuale del bravo VINCENZO LONGOBARDI (autore/attore e regista). Una famiglia di sfortunati,  ognuno dei quali vive il proprio dramma personale sovraccaricando gli aspetti emotivi e personali di ogni personaggio .

 

Opera parzialmente in vernacolo napoletano ma fluida, comprensibile  grazie anche al buon amalgama degli attori tra loro; atto unico in cui una vicenda familiare condizionata dalla morte della figlia minore (che affoga durante una disgraziata gita al mare,  provocherà patos interiori per presunte colpe familiari e  sensi di colpa individuali.  

 

Ottimo sotto il profilo narrativo aver arricchito la stesura scenografica con l’utilizzo di proiezioni filmiche sullo sfondo, tutto più che accettabile, forse, unico appunto è lo stile leggermente arcaico del testo,  un dramma teatrale che sembra esser stato scritto  ottant’anni fa, ma probabilmente una stilistica amata dall’autore.  In definitiva un lavoro che apre la stagione del teatro L’AURA di Roma in modo ottimale e che si qualifica come  spettacolo di ottima qualità.

Nelle vesti  di un quasi co-protagonista il cagnolino “Matisse” innocente mascotte che ha contribuito all’accumulo di applausi  ringraziando ad alta voce

Chi è il lupo?  Sandro Cappelletto e  Marco Scolastra

 

Due autori Nikolaj Vasil'evič Gogol e Sergej Sergeevič Prokof'ev , fiabe di due grandi maestri, uno in letteratura e l’altro in musica, entrambi ucraini, entrambi  “Enfant Prodige” entrambi  singolari poiché contradistinti da una creatività considerata dai loro contemporanei troppo anticonformista, Gogol precursore del realismo magico (oggi si definirebbe surrealista) e Prokof'ev modernista, ammiratore di Stravinskij

 

Nell’officina della CAMERA MUSICALE ROMANA due bravissimi “operai specializzatiMarco Scolastra al pianoforte e Sandro Cappelletto voce narrante; 2 particolarissime storie rivissute con grande emozione: la prima è il famosissimo Naso di N.Gogol,  animata dall’apporto vocale  di Sandro Cappelletto che ha saputo dar vita al racconto in modo superlativo; la storia e quella della scomparsa del naso dal viso dell’assessore Kovaliòv , novella dell’assurdo, piacevolissima ed a tutt’oggi moderna e graffiante. Il naso se ne va in giro per la città deridendo il servilismo ed i rituali della piccola borghesia affetta da vanità e perbenismi.

 

La seconda storia e la fiaba di Pierino ed il lupo (Petya i volk) un'opera del compositore russo Sergej Prokof'ev,, una fiaba musicale che fu scritta è strumentata per voce recitante e orchestra, ove si prevedeva l’uso del Flauto, l’oboe, il clarinetto, il fagotto, i corni, la tromba, il trombone i timpani, il triangolo, il tamburello basco, le castagnette, i piatti il tamburo la grancassa i violini le viole il violoncello ed il contrabasso, ma in questa occasione il solo utilizzo del pianoforte ha saputo caratterizzare alla perfezione le caratteristiche del famoso racconto, merito del bravissimo Marco Scolastra a cui a fatto da controcanto la voce accattivante di  Sandro Cappelletto.

 

Hanno collaborato alla realizzazione i musicisti Fabrizio De Rossi e Matteo D’Amico

 

Serata ben articolata ed ovviamente gli applausi non sono mancati, anzi più volte ripetuti e meritatissimi

 

Giacomo Piccoli 

 

MITO E SIMBOLO NEGLI ARCHETIPI MUSICALI

 

  di Alessandro Decadi -edizioni UniversItalia

 

L’autore, Alessandro Decadi scava nel  passato, un espertominatores che cerca nella montagna del tempo le nostre antiche radici. Musicista, studioso di paleografia musicale, la sua attenzione si concentra   sul rapporto tra  le filosofie orientali ed il suono. Egli segue un filo logico in cui documenta il rapporto tra i Veda, le antiche culture mistiche che prendono spunto dall’ipotesi iniziale dell’Om e del successivo Aum, elementi essenziali alla base di questo insegnamento che associa l’idea di una vibrazione primaria (suono=Om) al concretizzarsi e divenire della materia medesima.   La scienza moderna ha ipotizzato analoghe conclusioni dal big bang in poi come ad esempio la teoria dell’universo oscillante (vibrazione) elaborata dal matematico Russo  Aleksandr Fridman e basata sullarelatività generale del grande fisico Albert Einstein.

 

Il libro offre una panoramica  sulle culture asiatiche, non trascurando ovviamente l’essenziale apporto del pensiero filosofico della Grecia classica. Racconta la musica quale elemento ricorrente nei  miti oralmente trasmessi, come nell’Odissea, il grande poema omerico, che nacque inizialmente in forma orale. Il testo  veniva cantato accompagnato dal suono del Phorminx, uno strumento a quattro corde in ritmo esametrico.

 

Le ambigue sirene, ci fa notare Decadi,  sfruttano il coinvolgimento emotivo-ipnotico  del canto e dei suoni,  un azione magica occulta che ci ricorda i danzatori  ruotanti dervisci,   di come la musica contenga in se una forza iniziatica che può generare la trance, il contatto con l’assoluto. 

 

Il concetto di ARCHETIPO, del suono primo quale forma all’origine, calco di base per dar vita a forme successivamente definite, è un elemento essenziale per comprendere l’evoluzione delle espressioni musicali ma anche delle arti in genere. La narrazione può aprirsi ad argomentazioni più estese,  alle varie espressività artistiche che dalla prima vibrazione traggono spunto.

 

Non  ci è dato sapere se nel 12000 a.C. nelle Cuevas de las manos pintas  dei  nostri antenati del Neolitico mentre creavano l’arte parietale, con l’impronta delle mani spruzzando ocra rossa accompagnavano tale creazione grafica con  suoni e canti, ma forse sì, se diamo a queste rappresentazioni grafiche una valenza magico evocatoria.

 

In fondo il suono primo più naturale, sono le nostre corde vocali e il battito del cuore, la percussione, il vento, il fischio, il suono emesso da una conchiglia o da un pezzo di canna palustre.  L’arte, dicono gli studiosi è antropomorfizzatacioè  “forma creativa  adattata alle idee che l’umano genera osservando la realtà”.

 

Mito e simbolo negli archetipi musicali svolge un discorso estremamente coinvolgente nell’interpretazione del percepire. Invita il lettore alla conoscenza  storica dell’intelletto cosciente e del substrato inconscio.

 

Non può esserci vera conoscenza sa non si comprende il passato e Decadi fa suo questo precetto, ricordandoci che quando spingiamo un  semplice CD nel nostro stereo, il suono che ne vien fuori ha origini antiche, antichissime, strettamente  connesso con la nostra identità spirituale,  con i nostri Archetipi, con i nostri ancestrali sogni.

 

Giacomo Piccoli

 

SALVATORE GIANNELLA alla Camera Musicale Romana

Salvatore Giannella ha incantato il pubblico della Camera MUSICALE ROMANA  eseguendo al pianoforte le musiche di  di R. Schumann, F. Mendelshonn – Bartholdy, F. Chopin, F. Liszt, in un concerto intitolato ROMANTICO, dove ha presentato una sequenza di partiture particolarmente selezionate dallo stesso musicista, che ha suonato con correttezza di stile. Il tema del romanticismo, che ben si lega con la spiritualità, trova riscontro con le attese di un  pubblico, pronto a cogliere il momento magico della creatività espresso attraverso l’interpretazione del suono.  Suono a cui Giannella sa dare anima interpretativa, esprimendo la musicalità del proprio spirito; la dimensione meccanica del pianoforte viene sublimata da una esecuzione di prim’ordine, che non ha solo una valenza tecnica, egli a generato musica ricca di istinto interpretativo, quasi all’unisono con  la propria respirazione, ed il pianoforte è quindi divenuto strumento magico nelle mani dell’esperto mago; il legame tra l’esecutore e lo strumento si è consolidato nell’esecuzione, si è materializzato, mostrandosi in un'unica convincente espressività.

 

  La musica da lui eseguita è apparsa ricca di suggestioni melanconiche, ma anche di colorismi eseguiti con perfetti accenni espressivi. Un ottimo concerto

 

Salvatore Giannella si è diplomato in pianoforte nel 1987 con il massimo dei voti e la lode sotto la guida di F. Medori e si è perfezionato con i maestri Alfredo Speranza, Maria Regina Seidlhofer.

 

Dal 1987 ha svolto attività concertistica in diverse città` italiane e straniere sia da solista che in formazioni da camera.

 

Nel 1991, a Roma, presso la Scuola "T.L. Da Victoria" associata al "Pontificio Istituto di Musica Sacra", ha brillantemente conseguito il diploma di perfezionamento del Corso Triennale di Esecuzione Pianistica tenuto dal M° Franco Medori. Tra gli impegni rilevanti si ricordano i concerti tenuti in Canada per conto dell'associazione "Order of sons of Italy" nell'ambito della rassegna estiva di Musica Italiana e dello "Spanish-Italian Centre" dell'Università del Manitoba, l'esibizione come solista con le Orchestre Filarmoniche di Stato Rumene di Cluj-Napoca (Transilvania), di Ploiesti (Prahova) e di Sibiu, i recitals in Romania ospite degli Enti Filarmonici di Cluj e Brasov. Ha suonato con l'Orchestra della Radio Televisione Moldava a Kishinev (ex U.R.S.S.) e al Teatro dell'Opera di Tirana.

 

Nel 1999 ha ultimato i suoi studi in discipline musicologiche presso l'Universita` di Bologna. Attualmente è docente titolare di pianoforte principale presso il Conservatorio di Musica “D. Cimarosa” di Avellino.

 

Il concerto ROMANTICA si è tenuto a Roma presso la CAMERA MUSICALE ROMANA di Via del Vaccaro 9, (SS:Apostoli) in data 26/11/2017. Uff.Stampa Prof. Alessandro Decadi

 

Un pizzico di Musica

 

Roma, alla  VIII Stagione Concertistica di Musica ai SS. Apostoli a cura della Camera Musicale Romana, sotto la Direzione artistica di Elvira Maria Iannuzzi, si è svolto  il concerto “Un pizzico di Musica” eseguito dal MelisMandolin Quartet, una formazione nata nel 2013, un ensemble a plettro, ovvero un gruppo strumentale composto da mandolini, mandole e chitarra.

 Gli esecutori si sono distinti per un’interpretazione rigorosa dei temi proposti, distinguendosi per un’ottima capacità interpretativa, con una espressività  tecnica  di assoluta ricchezza, sempre all’altezza delle partiture e donando al pubblico un insieme musicale particolarmente suggestivo.

 Il gruppo formato da Salvatore Della Vecchia,mandolino, Carla Senese, mandolini, Marcello Smigliante Gentile, mandola e mandoloncello,Riccardo Del Prete, chitarra; hanno eseguito le musiche di Edoardo Mezzacapo Andante et Polonaise / Raffaele Calace  Ouverture Genova / Serenata Malinconica / Danza Spagnola / Federico Mompou Cançon y Danza VI / Antonello PaliottiVals con variazioni Preludio e Vals venezoelano n. 10363 / Sergej Rachmaninov Vocalise / Isaac Albéniz Asturias / Salvatore Della VecchiaTarantella della costa d’Amalfi.

 

 

La MelisMandolin Quartet ha dimostrato in questo concerto una grande sicurezza esecutiva, non priva di espressività virtuosistiche,generando un insieme musicale estremamente godibile appagando le attese del pubblico, che ha risposto con  generosi e meritatissimi  applausi.

ossesso

Ossesso” opera teatrale vincitore del Concorso #inplatea 2018,
presentata al TEATRO TRASTEVERE (via Jacopa De Settesoli, 3 Roma) per un ulteriore voto della platea.

 

 

 

Una  giovane coppia pervasa da un dialogo non–dialogo, una relazione fragile e ordinaria, persa in un gioco comportamentale, dove emerge una disarticolata distanza emotiva soggetta alle conseguenti incrinature della banalità quotidiana.

 

Un amore che non diviene mai tale se non nella meccanica corporea,  contrassegnato dallo scorrere del tempo; un emblematico calendario che  consuma i propri giorni, fino alla disgregazione finale,  vuoi per  tradimento o più semplicemente per di-sincronia  di attese affettive.  Un insieme  di parole che non esplicano e che, nella consuetudine ordinaria, assumono valore distruttivo. che è spesso lo Status Quo dei comuni rapporti di coppia.

 

 Bravi gli attori Lorenzo Scalzo e Margherita Carducci  che hanno cercato di dare anima e corpo ad un lavoro non particolarmente brillante,  drammaturgia  firmata da Federico Maria Giansanti, che ha curato anche la regia, un’operazione teatrale misurata e semanticamente corretta, ma che risulta poco coinvolgente, l’insieme scorre lento, sottotono, fondamentalmente opacizzato

 

Giacomo Piccoli

 

“CANTO D’ANIME”

 

 

Grande performances della soprano

 

 

Elvira Maria Iannuzzi

 

 

in occasione dei 160mo anniversario

 

 

della nascita di Giacomo Puccini

 

 

 

Una serata suggestiva quella proposta dalla CAMERA MUSICALE ROMANA  in un insieme di canto, musica e  aneddoti sulla vita e l’opera del grande Giacomo Puccini; protagonisti di questo particolare evento (dedicato ai 160 dalla nascita del compositore toscano) sono stati il pianista ALESSANDRO D’AGOSTINI in un insieme di preziose esecuzioni coadiuvate dalle accattivanti letture dell’attore ENRICO OTTAVIANO, in contrappunto alla superlativa voce del soprano ELVIRA MARIA IANNUZZI, un insieme di brani selezionati con cura ed intelligenza che hanno generato un concerto misurato e garbato offrendo attimi di genuina emozione. La Iannuzzi ha confermato le sue superlative qualità canore espresse con particolare input interpretativo, un valore aggiunto alla rappresentazione, grazie ad una voce pulitissima, incisiva, suadente, ricca di sfumature coloristiche; un alto livello esecutivo, raffinato ed emotivamente coinvolgente, una voce che ci ha fatto amare ancor di più le creazioni del grande Puccini, considerato tra i maggiori operisti della storia musicale mondiale. Una serata all’occhiello delle Camera Musicale Romana che conferma la linea di qualità culturale costantemente offerta.

 

  Giacomo Piccoli

 

 

 


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